Psicologia della musica

Il  neuropsicologo Tomaso Vecchi, Direttore del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia, ricercatore anche in ambito della psicologia della musica e coautore  del libro “ Psicologia della Musicaed. Carocci, afferma che la risposta emotiva all’ascolto della musica ha effetti su tutto il corpo, in particolare ha un effetto su diverse funzioni del sistema nervoso autonomo che ha il controllo fisiologico della tensione muscolare, della frequenza respiratoria e cardiaca, della sudorazione, dell’attività gastrica, della produzione ormonale, cioè delle  funzioni vitali corporee  primarie.

La forza della musica, inoltre, sta nella sua totale assenza di significato denotativo, cioè  un brano musicale non definisce mai una realtà oggettiva, così la musica in questa ottica è un oggetto rappresentazionale aperto, ossia un contenitore di rappresentazioni non definite. Un insieme di strutture vibranti che inducono stati emotivi ma anche che legano e collegano gli avvenimenti emotivi apparentemente non collegabili. Offrono a chi ascolta la possibilità di dare un “senso” alle
emozioni del momento e di fissarle nella memoria a lungo termine, quel contenitore di ricordi emozionali di cui abbiamo assoluto bisogno fino dall’inizio dell’esistenza razionale e nella vita di ogni giorno, per darle un senso.