Così il feto “canta” nel pancione

Articolo tratto da La Stampa

fonte: http://www.lastampa.it/2015/10/10/multimedia/societa/mamme/il-web-impazzisce-per-il-bimbo-checanta-nel-pancione-della-mamma-NC1GAVvWEl0EM2L65sWZFN/pagina.html

Sono accoccolati nel pancione della mamma, ma sembrano già sentire la musica e reagire ai suoni con dei movimenti simili al canto. Secondo un nuovo studio pubblicato su Ultrasound, questo accade già a 16 settimane di gestazione, se le note arrivano “dall’interno”. Per la prima volta gli scienziati dell’Institut Marquès di Barcellona hanno mostrato infatti che il feto sarebbe in grado di rilevare i suoni già a questa età, e soprattutto di reagire muovendo la bocca e la lingua. A mostrarlo è un video in 3 D realizzato dagli scienziati, che rimbalza sulla stampa internazionale e sta emozionando il web.

Le orecchie del piccolo si sviluppano completamente a 16 settimane, ma finora si riteneva che questo non potesse udire fino a 18-26 settimane di gestazione. Ora il team di Marisa Lopez-Teijon spiega di aver “fotografato” una risposta precoce alla musica trasmessa a livello intravaginale: il feto muove bocca e lingua come se cercasse di parlare o cantare. E smette quando si interrompe la musica. Una scoperta che, al di là dell’emozione nell’assistere a quella che appare come una precocissima risposta alla musica, potrebbe aprire la strada a nuovi metodi per consentire una diagnosi dei problemi di sordità già a livello fetale.

Canto e parole materni hanno effetti benefici sui neonati prematuri

Lo studio si propone di esaminare i possibili benefici delle parole e del canto materni diretti sui parametri fisiologici dei neonati prematuri ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale e sul loro stato comportamentale. E’ stato chiesto a diciotto madri di parlare e cantare per i loro neonati pretermine stabili per 6 giorni consecutivi, tra le 13 e le 14.

Sono stati misurati la frequenza cardiaca (HR), la saturazione di ossigeno (OxSat), il numero di eventi critici (ipossiemia, bradicardia e apnea) e gli stati comportamentali. A una comparazione dei parametri clinici nei periodi in presenza e in assenza dell’intervento vocale materno emerge un aumento significativo dell’ossigenazione e del battito cardiaco unitamente a una significativa diminuzione degli eventi critici (p < 0,0001). Non sono state registrate differenze significative fra canto e parola a livello di variazioni dei parametri fisiologici, ma solo sugli stati comportamentali, con un aumento dei periodi di veglia tranquilla. Si può concludere che un recupero del legame con la voce materna può costituire un’importante esperienza per lo sviluppo del neonato prematuro. L’esposizione precoce al canto e alla parola materni hanno effetti benefici sullo stato fisiologico del neonato prematuro, in particolare sull’ossigenazione, sugli eventi critici e sull’aumento della veglia tranquilla.

Per approfondire : http://www.acp.it/wp-content/uploads/Quaderni-acp-2015_224_170-173.pdf

Come il feto percepisce i suoni

Sebbene  intorno all’ottava settimana di gravidanza la coclea sia  già formata e i ricettori comincino a differenziarsi intorno alla decima settimana, soltanto a partire dalla 24 settimana si può affermare con certezza che il nascituro è in grado di ascoltare stimoli uditivi esterni al corpo materno.

Inizialmente i suoni, specialmente la voce della mamma, vengono trasmessi al feto attraverso onde dal liquido amniotico e percepiti dai ricettori del tatto che si trovano sulla pelle. Potremmo definirli come una carezza vibratoria, questi primi suoni percepiti dal feto.

A partire dal 6º mese la musica e i suoni esterni   passando attraverso il liquido amniotico vengono trasmesse a tre ossa : martello, incudine e staffa. Le onde raggiungono la coclea, questo piccolo osso a forma di chiocciola  che trasforma le onde in segnali elettrici e li trasmette al cervello. A questo punto il processo di sviluppo dell’udito può considerarsi compiuto, e così ne conseguirà la percezione del suono.
Alla fine dell’8 e all’inizio del 9º mese, il sistema uditivo può dirsi molto ben sviluppato.

Le reazioni del feto al suono sono state  misurate tramite l’aumento del battito cardiaco o della respirazione,  l’aumento e la diminuzione nei movimenti del corpo.
È stato provato che  con la musica, i movimenti fetali aumentano. Il feto reagisce a seconda del volume, della frequenza e dei cambi di timbro (alti /bassi).

I Suoni con decibel molto alti, possono condizionare negativamente il bambino nell’utero. Per esempio, davanti ad un suono dell’intensità simile  alla musica di una discoteca, nonostante l’utero filtri una parte del rumore arrivato, il feto reagisce sobbalzando nel ventre materno, che potrebbe indicare  sia un riflesso allo stimolo della musica, ma anche  una reazione causata dalla paura (molto più probabile).

E’ consigliato ascoltare e  osservare  bene i movimenti  del piccolo in relazione a  vari generi di musica, o ad altri suoni che provengono dall’esterno, perfino le voci di persone potrebbero causare in lui reazioni sorprendenti!  Il bambino nella pancia  è sempre lì, in costante comunicazione con noi, basta solamente ascoltarlo con attenzione.

Se vogliamo nutrire il bambino ogni giorno con musiche appropriate il Grembo Armonico è una delle alternative possibili.